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Plastici e diorami
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Plastico scala N di Franco Magnoni

di Mauro · 20/03/2014

Il plastico in scala N del nostro socio Franco Magnoni

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Tag: diorama plastico scala N

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oggi abbiamo voluto ospitare sul plastico del gruppo un bel set OSKAR Ale 880.Le elettromotrici reostatiche ALe.790 ed ALe.880 vennero costruite tra gli anni 30 ed il 1940.Caratterizzate da 79 ed 88 posti a sedere per decenni sono state impiegate sui servizi locali a corto raggio in tutta la penisola.Tra la metà degli anni 80 ed i primi anni 90 queste elettromotrici, ormai quasi cinquantenni, vennero progressivamente distolte dal servizio ed avviate a demolizione.Le unità assegnate al deposito di Bologna Centrale ( 8 ALe.790 e 25 ALe.880) erano ampiamente impiegate sulla linea Porrettana sui servizi Bologna - Porretta e sui diretti Bologna - Pistoia si potevano inoltre trovare in servizio su treni locali Bologna - Ferrara oppure su dei locali Bologna - Ravenna via Castel Bolognese.Nel nodo di Bologna un servizio caratteristico dove erano impiegate le "Ocarine" era la "corsetta" riservata per i dipendenti delle FS da Bologna Arcoveggio allo scalo di Bologna San Donato, percorrendo la linea di cintura, con fermate presso Sottovia Corticella e Sottovia San Donato.In Emilia Romagna le ALe.790 e le ALe.880 erano una presenza fissa anche nella stazione di Parma... qui infatti erano e sono tutt'ora attestati i servizi locali che percorrono la linea Pontremolese valicando gli appennini fino a raggiungere la Liguria.Le ALe.790 ed ALe.880 in servizio sulla linea Pontremolese erano le unità assegnate a Cremona (6 ALe.790 ed 11 ALe.880) e le unità assegnate a Novi San Bovo (1 ALe.790 e 5 ALe.880).Le unità cremonesi potevano trovarsi in servizio anche sui treni locali da Fidenza per Salsomaggiore Terme.Nelle composizioni di elettromotrici reostatiche erano una presenza abituale le rimorchiate Le.640; gran parte di questi Le erano assegnati ai depositi di Bologna e Cremona.Le assegnazioni dei rotabili riportate fanno riferimento all'anno 1985... alcune unità anche se formalmente assegnate ai vari depositi risultavano già avviate a demolizione.Grazie ad un socio del gruppo sul nostro plastico ha circolato una classica composizione di un locale anni 80 composto da un'ALe.880 (dotata di sistema di ripetizione segnali RS) e da un Le.640; tutti i modelli sono di produzione Oskar.L'idea per la riproduzione di questa corta e realistica composizione è stata presa dalla foto visibile nel link di Flickr ( flic.kr/p/2jppQYL ).Buona visione dallo STAFF di Fermodellisti DLF Bologna. ... Leggi oltre...Leggi meno

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Vi proponiamo oggi una elaborazione, fatta su base Rivarossi, che ci ha girato un nostro associato. Il modello ci riporta ai treni dei vacanzieri degli anni 80 e 90, regolari sulle nostre linee, sia per il trasporto di sciatori che di amanti del mare o della montagna estiva. Buona lettura dallo STAFF di Fermodellisti DLF Bologna.“Le carrozze T2 riprodotte ad oggi da Rivarossi/Jouef e successivamente da Hornby sono ancora un bell’esempio di modello che, nonostante la sua età, presenta cura nel dettaglio prossima alle produzioni attuali più blasonate, sia in termini di dettagli che di particolari riportati o da aggiuntivare. FIG 01Interni ben riprodotti, verniciatura impeccabile, presenza di aggiuntivi da montare nel sottocassa, mancorrenti molto fini ed una buona finezza di stampo, ne rendono un modello ancora accostabile alle ultime produzioni a partire dal 2005-2006 in avanti (fatta eccezione per le carrozze ADE ovviamente)L’unico neo, se così si può dire, è rappresentato dai carrelli. FIG 02.La mia carrozza è ancora una produzione Rivarossi made in italy (RR), ad oggi si trova la versione JOUEF, codice HJ4160, sostanzialmente identica.Da ricerche fotografiche che ho effettuato, ho notato che il carrello corretto per queste carrozze facente parte della seconda tranche di produzione (costruite dopo il 1970) è il Minden-Deutz M6, in particolare il M6-2B, che presenta due ceppi pulitori interni.Inoltre la carrozza fa parte di quelle dotate fin dalla costruzione dell’air conditioning.Una foto della carrozza la trovate qui al minuto 0:55:www.youtube.com/watch?v=zA0rCKjxvhgLa carrozza visibile su youtube è in livrea “new look”, ma potete vedere che i carrelli hanno la frenatura a disco e non a ceppi.L’idea di base che ho avuto è quella di montare i carelli acme art 99030 come ricambio al posto di quelli in dotazione, che erano pure degli M4.Attualmente Hornby ha a disposizione gli M6 ( ex RR!)La soluzione più facile è perciò prendere il ricambio dei medesimi carrelli in livrea grigia, ma personalmente ritengo più belli gli ACME.Il carrello ACME è ben riprodotto e si vede la differenza in FIG 03. Ha la riproduzione dell’impianto frenante con un effetto visivo appagante. In particolare, notate che il perno centrale RR con i denti di fissaggio a “coda di rondine” ha dimensioni maggiori (diametro e lunghezza) di quello Acme.Vedremo che il punto principale su cui lavorare sarà quello di modificare proprio la sede del perno nel telaio.Per farlo è sufficiente un trapano a colonna da modellismo o una fresatrice. Io ho usato un trapanino DREMEL montato sulla sua colonna dedicata.E’ di fondamentale importanza mantenere la perpendicolarità del foro di innesto del perno centrale con la carrozza e la planarità ed il parallelismo della base della sede del foro con il piano del ferro. Infatti, così come tutta la carrozza appoggia sul carrello originale con tanto di corona di plastica che gli fa da ulteriore appoggio, così tutto il peso della carrozza graverà tramite le due sedi dei perni appoggerà sulla traversa centrale del carrello acme.Per prima cosa i carrelli ACME vanno smontati, gli assali messi da parte, dato un fondo primer chiaro acrilico opaco e, una volta fatto questo, il colore corretto , che ci sarà utile per eliminare l’effetto plasticoso anche del telaio e degli aggiuntivi sottocassa in bustina, è il RAL 7011 opaco acrilico. FIG 04.In FIG 05 si può vedere la sede dove inserire il perno. Ma quanto va regolata col carrello Acme? In FIG 06 si evidenzia col calibro la altezza da un riferimento fisso (in questo caso mi è venuta comoda una traversa del binario geoline roco, ma si può fare con qualsiasi altro riferimento) al colmo del tetto. Volendo si può smontare anche il tetto e usare come riferimento il ricasco della cassa dove si congiunge con le pareti laterali.Pertanto serve ridurre l’altezza di tale sede del perno di rotazione per circa di 0,4 mm per riportare il corpo carrozza alla stessa quota dell’originale RR. È davvero poco ma ad occhio, specie accoppiata ad un altro rotabile, si nota a livello di respingenti.Per accoppiare i nuovi carrelli si operi come segue: si smontino in sequenza il tetto, gli interni e si tolga il telaio accedendovi dall’interno della cassa. Sono infatti presenti dentini di ancoraggio. FIG 07.Si disaccoppino i portaganci con le molle dal telaio e metteteli da parte.Procedete a dare una “microfresata” con una mola per limare di 0,3-0,4 mm la sede del perno. Se per caso eccedeste abbiate cura di avere rondelle di rasamento con diametro interno 3mm e poco di più fuori, per aggiustare il tiro successivamente.Se avete a disposizione un vecchio motore G della Lima demolendo, rubategli le sedi di ottone dei cilindretti in carboncino delle spazzole tagliandole e riducendole a dei cilindri cavi in ottone alti 3,1 mm.Avendole io esaurite ( è la ennesima volta che faccio questo upgrade sulle T2 RR) ho optato per dei tubini da 4 mm si diametro, prodotti dalla Evergreen. FIG 08.In questo caso, molto dolcemente, allargate il foro della sede del telaio con punta da 4 mm, cosa non necessaria con l’uso dei “tubini” ex LIMA motore G.Fatto questo preparate dei cilindretti da 3,1 mm e preparatevi a svasare entrambe le estremità interve con una mola conica o una punta da 3 mm o anche meglio una fresina a testa sferica che trovate nei kit degli accessori tipici del Dremel. Usate sempre numeri di giri molto bassi per evitare che il plasticard fonda , ovviamente.Provate l’inserto cilindrico ottenuto a secco nel carrello come in FIG 09; assicuratevi che abbia un minimo di gioco assiale e che ruoti senza problemi, tenendolo tra le dita. Con un piccolo sforzo questo anellino bianco deve essere sfilato dal perno. Se non è così rifatelo delle stesse misure e svasatelo una volta incollato.Alla stregua dei carrelli, con molta accortezza, verniciate tutto il telaio, senza aggiuntivi montati. Inserite nella sede allargata da 4 mm i vostri distanziali tenendo come ideale piano di riferimento la sede ora leggermente spianata dalla mola circolare menzionata prima FIG 10.Io ho usato il classico super attack per bloccarla in eterno. Abbiate cura di svasare specialmente la faccia interna, quella che serve per togliere il carrello un domani, spingendo dall’interno verso l’esterno con un cacciavite a stella o un punteruolo.Effettuate prove di altezza, parallelismo col piano del ferro del telaio con i carrelli montati. Io ho fatto anche un paragone usando come riferimento dei respingenti una carrozza svizzera Piko (FIG 11) ed una altra Roco. Inoltre i carrelli devono poter ruotare senza intoppi e dondolamenti. A questo punto togliete con cautela nuovamente tutti i carrelli e rimontate in sequenza:- Portaganci con molle di richiamo.- Il telaio con le zavorre e coi portaganci assemblandolo con perizia alla la scocca (occhio al verso di montaggio!!!)- I carrelli.Provate la carrozza su un binario specialmente in curva. Deve inserirsi perfettamente. Se va tutto ok, rimontate gli interni e il tetto (anche qui consiglio di avere fatto foto prima di smontare tutto ) con dolcezza. Diversamente guardate se c’è qualche interferenza o smusso fuori posto. Una volta rimessa sui binari per un primo assaggio, la carrozza apparirà come in FIG 12.Completate la carrozza con gli ultimi aggiuntivi come mancorrenti, REC, predellini. Il risultato del sotto cassa apparirà sarà quello apprezzabile in FIG 13 e 14.” ... Leggi oltre...Leggi meno

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Un Frecciabianca in Sicilia.Sul plastico abbiamo avuto il piacere di far circolare una composizione che era stata al vero studiata per velocizzare i tempi di percorrenza tra Palermo a Messina via Caltanissetta, Enna e Catania, collegando il territorio all'Alta Velocità.La composizione era sempre :- 2 prime classi- 1 bar/wr- 2 secondecon intesta ed in coda le due E464Il progetto non è andato a buon fine e fu cancellato, perché impiegava lo stesso tempo del regionale veloce. Durò circa un anno al vero.trovate qui un articolo.www.fsnews.it/it/focus-on/servizi/2021/11/8/treno-frecciabianca-trenitalia-in-sicilia.htmlIl treno ha sempre fatto servizio in questa composizione cheyoutu.be/XyMPSSeLHNc?si=9rnliAO2GIKUg-6Sil materiale modellistico rotabile è costituito da Locomotive Lima Expert, un set acme Frecciabianca ed una carrozza Rivarossi.Buona visione dallo STAFF di Fermodellisti DLF Bologna ... Leggi oltre...Leggi meno

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"C'è posta per te!"Con l'arrivo di settembre abbiamo voluto provare la Ae 3/6 di Roco sul nostro plastico, al traino di un eterogeneo treno postale svizzero.Il treno riprodotto si ispira a quanto era comune sui binari elvetici in configurazione post 1982, ossia da quando comparve il logo PTT su sfondo giallo con la croce stilizzata sulla sinistra del numero del carro.In testa al treno, spesso e volentieri, erano usati carri del tipo Hbis a pareti scorrevoli, sia cannellate che lisce, dotati di terrazzino.Anche il nostro treno in H0 ne riporta uno proprio in testa.Trovate alcune foto esplicative sia qui:bahnbilder.ch/picture/43809che qui:bahnbilder.ch/picture/37611ed anche qui:www.flickr.com/photos/152844622@N02/49873442691/Buona visione dallo STAFF di Fermodellisti DLF Bologna. ... Leggi oltre...Leggi meno

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